A causa degli incessanti bombardamenti, in pochi giorni i cittadini hanno cominciato a rifugiarsi nella metropolitana di Kharkiv. E così è iniziata una nuova vita sottoterra. Un quotidiano surreale, dove tutti, alla meglio, cercano di vivere una parvenza di normalità, per sentirsi ancora umani.
Ma vedere i bambini in queste condizioni precarie, ha fatto riflettere alcuni operatori della fondazione, sulla necessità di organizzare attività ricreative per farli "fuggire" almeno qualche ora dall'incubo della guerra. E così in queste settimane sono riusciti a consegnare 20 scatoloni con materiale artistico in 12 stazioni della metropolitana; hanno organizzato un gruppo di arteterapia online per 35 bambini, grazie all'aiuto di uno psicologo finlandese. In questo modo i piccoli possono sfogare la loro ansia e liberare la loro fantasia, disegnando e colorando.
Durante questo mese, l'equipe si è allargata e ha portato sostegno umanitario e psicologico ai bambini e alle famiglie nei rifugi antiaerei: attualmente 5 volontari psicologi accompagnano oltre 100 bambini che si trovano nei rifugi antiaerei degli ospedali pediatrici di Kharkiv.
Inoltre, assieme alla municipalità della città di Stryi, la fondazione è riuscita a raccogliere e spedire 50 tonnellate di aiuti umanitari (cibo, igiene) per i residenti di Kharkiv.
Alla domanda "Cosa significa vivere dentro una guerra?" Ruslan risponde: "È ricordare a te stesso ogni giorno che sopravvivere fino a cena è più facile che fino alla fine della guerra. Questo è un momento in cui si manifestano diversi tratti della personalità - per alcuni è egoismo, avidità e malcontento, per altri è aiutare altre persone, prendersi cura dei propri cari e trovare soluzioni. Tutti, nessuno escluso, sono spaventati, ma alcuni diventano aggressivi, mentre altri salvano non solo la propria vita, ma anche quella degli altri. E non parlo solo di vigili del fuoco, militari, polizia e medici. Parlo di impiegati, volontari e semplici cittadini. Molte persone che sono rimaste cercano di unirsi ai loro vicini e si prendono cura degli anziani soli e costretti a letto che non potevano essere portati via. Altri regalano le loro auto per i bisogni dell'esercito e dei volontari. I musicisti suonano e cantano canzoni nelle cantine per tenere alto lo spirito. Sempre più persone iniziano a cercare un modo per essere utili, semplicemente perché ogni giorno sempre più persone muoiono per fame, bombe e proiettili. Sempre più bambini stanno perdendo la loro infanzia per sempre. E ognuno di noi vuole che tutto questo finisca il prima possibile".
Ma vedere i bambini in queste condizioni precarie, ha fatto riflettere alcuni operatori della fondazione, sulla necessità di organizzare attività ricreative per farli "fuggire" almeno qualche ora dall'incubo della guerra. E così in queste settimane sono riusciti a consegnare 20 scatoloni con materiale artistico in 12 stazioni della metropolitana; hanno organizzato un gruppo di arteterapia online per 35 bambini, grazie all'aiuto di uno psicologo finlandese. In questo modo i piccoli possono sfogare la loro ansia e liberare la loro fantasia, disegnando e colorando.
Durante questo mese, l'equipe si è allargata e ha portato sostegno umanitario e psicologico ai bambini e alle famiglie nei rifugi antiaerei: attualmente 5 volontari psicologi accompagnano oltre 100 bambini che si trovano nei rifugi antiaerei degli ospedali pediatrici di Kharkiv.
Inoltre, assieme alla municipalità della città di Stryi, la fondazione è riuscita a raccogliere e spedire 50 tonnellate di aiuti umanitari (cibo, igiene) per i residenti di Kharkiv.
Alla domanda "Cosa significa vivere dentro una guerra?" Ruslan risponde: "È ricordare a te stesso ogni giorno che sopravvivere fino a cena è più facile che fino alla fine della guerra. Questo è un momento in cui si manifestano diversi tratti della personalità - per alcuni è egoismo, avidità e malcontento, per altri è aiutare altre persone, prendersi cura dei propri cari e trovare soluzioni. Tutti, nessuno escluso, sono spaventati, ma alcuni diventano aggressivi, mentre altri salvano non solo la propria vita, ma anche quella degli altri. E non parlo solo di vigili del fuoco, militari, polizia e medici. Parlo di impiegati, volontari e semplici cittadini. Molte persone che sono rimaste cercano di unirsi ai loro vicini e si prendono cura degli anziani soli e costretti a letto che non potevano essere portati via. Altri regalano le loro auto per i bisogni dell'esercito e dei volontari. I musicisti suonano e cantano canzoni nelle cantine per tenere alto lo spirito. Sempre più persone iniziano a cercare un modo per essere utili, semplicemente perché ogni giorno sempre più persone muoiono per fame, bombe e proiettili. Sempre più bambini stanno perdendo la loro infanzia per sempre. E ognuno di noi vuole che tutto questo finisca il prima possibile".