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Filippo

Filippo, 25 anni, lo scorso anno ha frequentato il corso Missioniamoci 4.0 alla fine del quale ha deciso di partire per il Kenya, dove ha prestato servizio al Welcome to The Family di Nakuru. Ora continua il suo impegno all'interno dell'equipe organizzativa del gruppo. Ne riportiamo qui sotto una breve testimonianza che può essere di ispirazione per nuovi giovani che vogliono sperimentare un'esperienza differente, di solidarietà e impegno civile.
"Potrei parlare della mia esperienza per ore, potrei raccontare tutte le cose che ho visto, che ho vissuto e che mi sono rimaste impresse.
Vorrei soffermarmi però, su una delle sensazioni che porterò più nel cuore, ovvero quello spirito di appartenenza, quel senso di famiglia che mi ha accompagnato fin dai primi momenti di questa mia esperienza.
Già dagli inizi, durante il corso di formazione, mi sono sempre sentito accolto; ho capito fin da subito di essere accompagnato con passione dall'equipe lungo il cammino per soddisfare quel mio desiderio di fare un’esperienza missionaria.
Quando sono partito per il Kenya, ricordo di aver provato un senso di pace e di serenità, nonostante stessi viaggiando da solo, verso una terra sconosciuta, non certo per fare turismo, dove sarei stato accolto da persone che non avevo mai visto prima. Questo penso sia stato dovuto al fatto che mi sentivo sicuro, ero certo che sarebbe andato tutto bene, che non mi sarebbe mancato nulla, che i fratelli e le sorelle che mi aspettavano in Kenya erano felici di accogliermi e non sarei stato un peso. Quello spirito calabriano che avevo respirato fin dall'inizio mi stava accompagnando durante il mio viaggio.
E infatti è stato così. Sono rimasto veramente stupito di come possa vivere un fratello o una sorella missionaria. Non mi era mai capitato di poter vedere così da vicino la vita di un religioso in missione. Sono sempre pronti ad ascoltare, a rivolgere qualsiasi tipo di attenzione a chiunque ne abbia bisogno, indistintamente e senza limiti. Proprio come farebbero un papà o una mamma all’interno della propria famiglia.
Di conseguenza, questo carisma viene trasmesso anche ai bambini e ai ragazzi della missione che lo testimoniano a loro volta attraverso l'attenzione che hanno gli uni per gli altri e per noi volontari. Sebbene siano loro ad aver bisogno di cura, sono sempre attenti ad ogni tuo bisogno ed ad ogni tua necessità, rendendoti nullo di fronte a così tanto amore donato gratuitamente ogni giorno.
Ringrazio quindi il Signore che mi ha permesso di conoscere l’Opera Don Calabria che mi ha donato questa esperienza facendomi vivere in prima persona lo spirito di famiglia e di accoglienza".