BRASILE
Tutte le attività scolastiche sono sospese. Al momento i casi di coronavirus sono pochi e riguardano soprattutto gli Stati del Sud, ma le autorità hanno stabilito molte restrizioni in tutto il Paese. Anche le attività pastorali e parrocchiali sono sospese. I bambini e ragazzi ospitati nelle case famiglia devono restare in casa tutto il giorno e sono sospese le visite dei familiari.
ROMANIA
Anche la Romania non è sfuggita alla diffusione del nuovo coronavirus. Lunedì 16 marzo è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale: sono vietate le manifestazioni pubbliche, la libertà di movimento è ridotta all’indispensabile. Scuole e università sono già state chiuse; a preoccupare però è la capacitá del sistema sanitario di fronte all'aumento dei casi di coronavirus. Nelle nostre missioni, che si trovano nella periferia del paese, non ci sono dispositivi di protezione individuale, ma solamente acqua e sapone.
ANGOLA
Il presidente João Lourenço ha proclamato lo stato di emergenza nazionale a partire da venerdì 27 marzo. Al momento i casi confermati sono 8 tra cui due decessi. Anche qui é prevista la quarantena, ma questa misura ha messo in allarme la maggior parte della popolazione che, confinata in casa, rischia di morire di fame. La loro economia si basa infatti sul commercio informale che ora é stato sospeso e al momento lo Stato non é nelle condizioni di garantire un aiuto alimentare ai suoi cittadini.
FILIPPINE
Sono oltre 3.000 i casi di coronavirus confermati nelle FIlippine. Sebbene il Governo abbia imposto la quarantena, migliaia sono i casi di violazione del lockdown imposto. Molte sono le proteste delle fasce più povere della popolazione che temono di non sopravvivere al mese di serrata imposto sull’isola di Luzon, dove si trova Manila. La maggior parte della popolazione dipende infatti da lavori giornalieri e con i quali già fatica a vivere. Il presidente Duterte ha ordinato alla polizia anche di "sparare a morte" se non si dovessero rispettare queste disposizioni. Dal canto suo il capo della polizia ha attenuato i toni, pur garantendo un controllo serrato sulla popolazione. Nelle nostre missioni, si riscontra una difficoltà maggiore nel trovare medicine e, non essendoci i trasporti, diventa difficile reperire gli alimenti. Nonostante ciò, la Caritas e la diocesi locale si sono attivate per dare una mano alla comunità fornendo cibo da distribuire alla popolazione bisognosa.
Tutte le attività scolastiche sono sospese. Al momento i casi di coronavirus sono pochi e riguardano soprattutto gli Stati del Sud, ma le autorità hanno stabilito molte restrizioni in tutto il Paese. Anche le attività pastorali e parrocchiali sono sospese. I bambini e ragazzi ospitati nelle case famiglia devono restare in casa tutto il giorno e sono sospese le visite dei familiari.
ROMANIA
Anche la Romania non è sfuggita alla diffusione del nuovo coronavirus. Lunedì 16 marzo è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale: sono vietate le manifestazioni pubbliche, la libertà di movimento è ridotta all’indispensabile. Scuole e università sono già state chiuse; a preoccupare però è la capacitá del sistema sanitario di fronte all'aumento dei casi di coronavirus. Nelle nostre missioni, che si trovano nella periferia del paese, non ci sono dispositivi di protezione individuale, ma solamente acqua e sapone.
ANGOLA
Il presidente João Lourenço ha proclamato lo stato di emergenza nazionale a partire da venerdì 27 marzo. Al momento i casi confermati sono 8 tra cui due decessi. Anche qui é prevista la quarantena, ma questa misura ha messo in allarme la maggior parte della popolazione che, confinata in casa, rischia di morire di fame. La loro economia si basa infatti sul commercio informale che ora é stato sospeso e al momento lo Stato non é nelle condizioni di garantire un aiuto alimentare ai suoi cittadini.
FILIPPINE
Sono oltre 3.000 i casi di coronavirus confermati nelle FIlippine. Sebbene il Governo abbia imposto la quarantena, migliaia sono i casi di violazione del lockdown imposto. Molte sono le proteste delle fasce più povere della popolazione che temono di non sopravvivere al mese di serrata imposto sull’isola di Luzon, dove si trova Manila. La maggior parte della popolazione dipende infatti da lavori giornalieri e con i quali già fatica a vivere. Il presidente Duterte ha ordinato alla polizia anche di "sparare a morte" se non si dovessero rispettare queste disposizioni. Dal canto suo il capo della polizia ha attenuato i toni, pur garantendo un controllo serrato sulla popolazione. Nelle nostre missioni, si riscontra una difficoltà maggiore nel trovare medicine e, non essendoci i trasporti, diventa difficile reperire gli alimenti. Nonostante ciò, la Caritas e la diocesi locale si sono attivate per dare una mano alla comunità fornendo cibo da distribuire alla popolazione bisognosa.