Dopo l'allentamento delle restrizioni nazionali, la Brother Francisco Perez Clinic ha riaperto i servizi a fine maggio.
"Da quando abbiamo ricominciato le attività, abbiamo dovuto limitare l'accesso dei pazienti, in modo da implementare correttamente un sistema più rigoroso e osservare la distanza fisica all'interno della clinica.Per quanto vorremmo seguire più pazienti, non possiamo rischiare la sicurezza della nostra equipe medica, quindi ciò sta causando un enorme declino delle statistiche del nostro servizio. Basti pensare che l'afflusso di pazienti a gennaio era oltre le 2.000 unità, ora invece siamo intorno alle 830", ci racconta il team locale.
La situazione generale è ancora difficile: i casi positivi sono in continuo aumento, segnale che le misure adottate non sono sufficienti a contenere la diffusione del virus. D'altronde la gente ha paura, non solo per la malattia ma soprattuto per la precarietà che stanno vivendo. Le persone cercano di tornare al lavoro, sebbene i trasporti pubblici siano stati sospesi. Gli ospedali sono pieni, e questo ricade su tutti i pazienti e non solo quelli affetti da Covid, che non ricevono un'adeguata assistenza medica.
Anche l'economia del paese sta fortemente subendo le conseguenze della pandemia: sempre più aziende chiudono, aumenta la disoccupazione.
Nonostante le difficoltà e le tante incertezze che non consentono di fare previsioni, la missione di servire gli ultimi della BFP Clinic continua. Con l'impegno e la resilienza del team medico e la fiducia nella Provvidenza, la clinica sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione relativa al Covid-19 che ha lo scopo di aiutare a diffondere la consapevolezza e le misure preventive al maggior numero possibile di persone. Hanno già raggiunto tutte le comunità parrocchiali e gli uffici del governo locale intorno a Taytay, Cainta e Pasig City. Stanno anche collaborando con altre strutture sanitarie e numerosi esercizi commerciali, luogo dove si concentrano centinaia di cittadini.
Grazie anche all'aiuto ricevuto dall'Italia tramite l'U.M.M.I. hanno potuto equipaggiarsi con dispositivi sanitari, fare formazione al personale e rifornirsi di test per garantire la biosicurezza al personale.
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