L'avventura di Alice è cominciata il 31 agosto e, per tutto il mese di settembre, ha prestato servizio con l'equipe locale del Welcome to The Family, facendo attività di sensibilizzazione ed educazione ai ragazzi di strada della periferia di Nakuru. Sentiamo alcune impressioni.
"La prima settimana é stata difficile soprattutto per il diverso ritmo di vita molto più lento, ma grazie a questo ho imparato ad apprezzare ogni singolo momento. Sento di essere riuscita a vivere appieno le mie giornate.
Questa esperienza mi ha lasciato tanto, sicuramente al rientro in Italia mi sono sentita diversa, soprattutto per il modo di guardare le cose che mi circondano, la mia quotidianità e la vita in generale.
Ho imparato ad apprezzare molto di più le cose, ma non perché c'è gente che ha meno o niente, ma perché stando in Kenya ho imparato a riconoscerne il valore che la nostra società sta spesso dimenticando.
Avrei davvero tanto da raccontare, ma se devo sintetizzare, il ricordo più vivido che terrò sempre nel cuore é sicuramente quello dei ragazzi che ho incontrato per le strade di Nakuru. Mi hanno trasmesso tanto la curiosità e la voglia che hanno di ritrovare in qualche modo la loro infanzia, sfortunatamente persa in situazioni di forte marginalità.
Tutti dicono:"Hakuna matata", ovvero "non ci sono problemi"; e se all'inizio percepivo questa affermazione in modo straniante, dato il contesto in cui si trovano poi, vivendo con loro, mi hanno fatto dimenticare tutto ciò che avevo attorno, la povertà in cui vivono e delle difficoltà che possono incontrare nella vita di strada. Ho avuto modo di parlarne e la loro risposta è stata "sono convinto che la mia vita migliorerà". Di questo li ringrazio, perchè mi hanno fatto scoprire una positivtà e resilienza incredibili".
"La prima settimana é stata difficile soprattutto per il diverso ritmo di vita molto più lento, ma grazie a questo ho imparato ad apprezzare ogni singolo momento. Sento di essere riuscita a vivere appieno le mie giornate.
Questa esperienza mi ha lasciato tanto, sicuramente al rientro in Italia mi sono sentita diversa, soprattutto per il modo di guardare le cose che mi circondano, la mia quotidianità e la vita in generale.
Ho imparato ad apprezzare molto di più le cose, ma non perché c'è gente che ha meno o niente, ma perché stando in Kenya ho imparato a riconoscerne il valore che la nostra società sta spesso dimenticando.
Avrei davvero tanto da raccontare, ma se devo sintetizzare, il ricordo più vivido che terrò sempre nel cuore é sicuramente quello dei ragazzi che ho incontrato per le strade di Nakuru. Mi hanno trasmesso tanto la curiosità e la voglia che hanno di ritrovare in qualche modo la loro infanzia, sfortunatamente persa in situazioni di forte marginalità.
Tutti dicono:"Hakuna matata", ovvero "non ci sono problemi"; e se all'inizio percepivo questa affermazione in modo straniante, dato il contesto in cui si trovano poi, vivendo con loro, mi hanno fatto dimenticare tutto ciò che avevo attorno, la povertà in cui vivono e delle difficoltà che possono incontrare nella vita di strada. Ho avuto modo di parlarne e la loro risposta è stata "sono convinto che la mia vita migliorerà". Di questo li ringrazio, perchè mi hanno fatto scoprire una positivtà e resilienza incredibili".